Ma cos’è la gnatologia?
La gnatologia
È quella disciplina che studia le funzioni dell’organo della masticazione, un organo complesso che è costituito da denti, mascella e mandibola, muscoli, articolazioni temporo-mandibolari, e che sovraintende a molteplici funzioni tra cui: masticare, parlare, deglutire, addentare, sorridere, respirare.
Da questo si evince il ruolo fondamentale di questo organo per la vita (anche di relazione) della persona, e l’importanza di una corretta conduzione di una terapia odontoiatrica, anche apparentemente banale, nel rispetto delle regole gnatologiche.
I pazienti che accusano disturbi gnatologici sono moltissimi. Questi sintomi possono riguardare i denti (denti consumati, scheggiati, rottura di vecchie otturazioni, scementazioni di vecchie corone o ponti, rottura o fallimento di impianti, denti sensibili al caldo o al freddo, fratture di denti devitalizzati), altre volte presentano una sintomatologia sfumata o difficile da riferire alla masticazione(dolori al collo che il paziente crede da riferire alla cervicale, ronzii alle orecchie detti acufeni, dolori alle orecchie simili a quelli di una otite, rumori o dolori alle articolazioni temporo-mandibolari, mal di testa soprattutto alle tempie, alla nuca, agli occhi, mal di schiena, ecc.).
La gnatologia è una disciplina molto complessa e che ha dato luogo a molte scuole di pensiero, a volte in contrasto tra loro è anche in continua evoluzione grazie anche alle nuove tecnologie e agli studi scientifici più accreditati in tutto il mondo.
Quali sono i sintomi di un paziente “gnatologico”?
- Mal di testa
- Rumori alla e articolazioni della mandibola durante i movimenti mentre si mangia o si parla
- Dolori alla articolazione della mandibola anche a bocca chiusa
- Impedimenti all’apertura della bocca
- Limitazioni all’apertura della bocca
- Difficoltà o blocchi alla chiusura della bocca
- Dolori generalizzati alle arcate dentarie
- Sensazione di non ingranare bene i denti
- Stanchezza nel masticare i cibi
- Digrignare i denti di notte o di giorno
- Stringere i denti di notte o di giorno
- Rottura di vecchie otturazioni
- Scementazioni di capsule o ponti fissi
- Usure al colletto dei denti
- Dolori alle orecchie simili a una otite
- Vertigini o senso di instabilità
- Rigidità al collo o alle spalle
- A volte mal di schiena
- Spostamenti di denti che erano stati riposizionati con un apparecchio ortodontico
Se hai uno di questi sintomi hai un problema gnatologico.
Cosa si fa in questi casi?
Una visita gnatologica accurata è il cardine per emettere una diagnosi e di conseguenza una terapia corretta.
Come avviene la visita gnatologica?
Nella visita ci si sofferma sulla anamnesi medica prossima e remota che può mettere in evidenza correlazioni tra patologie pregresse o in atto e i problemi nella masticazione
Si compila quindi una cartella gnatologica che raccoglie i segni e i sintomi riferiti dal paziente all’organo della masticazione
Si prendono le impronte delle arcate, le cere di masticazione, l’arco facciale anatomico per poter montare i modelli su un simulatore del paziente (articolatore). In questo modo lo gnatologo avrà la possibilità di simulare e studiare le funzioni e i movimenti della bocca del paziente anche in sua assenza.
Poi si passa alla analisi funzionale clinica che prevede:
La palpazione e l’auscultazione con lo stetoscopio dei rumori delle articolazioni temporo-mandibolari durante i movimenti della bocca
La palpazione dei muscoli deputati al movimento della bocca
Misurazioni dentali e dell’apertura della bocca
Analisi strumentali
Attraverso l’utilizzo di uno strumento (assiografo o condilografo) si indaga sulla funzione delle articolazioni temporo-mandibolari durante i movimenti della bocca (apertura, chiusura, lateralità destra e sinistra)
Questo esame è molto utile per ottenere informazioni altrimenti impossibili da verificare in altro modo.
Indagini radiologiche mediante teleradiografia latero-laterale che servono per verificare se l’altezza della bocca è corretta e se l’inclinazione dei denti è armonica nel contesto dell’armonia facciale
Eventualmente una indagine nei casi più complessi mediante risonanza magnetica. Con la risonanza possiamo ottenere importanti informazioni sul disco articolare, struttura che non sarebbe visibile con una tac
Integrando tutti questi dati si giunge alla cosiddetta diagnosi confluente che permette finalmente di poter impostare la terapia.
Scopri la terapia gnatologica
Dopo aver fatto diagnosi e avere classificato all’interno dei disturbi cranio cervico-mandibolari il nostro paziente si apre il ventaglio delle terapie che possono essere messe in atto.
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